APOI, non solo Italia, ma molto di più

Era il 2013 e avevo da poco cominciato a muovere i primi passi nel mondo del professional organizing quando squillò il telefono, era una voce solare, vibrante di positività, quella di Sabrina Toscani, che mi proponeva di entrare a far parte dell’Associazione Professional Organizers Italia – APOI, nata da pochi mesi e prima nella realtà italiana.

Ho avuto la netta sensazione che qualcosa di bello stava per accadere, e non mi sbagliavo! Da quel momento, fianco a fianco con le fondatrici di APOI, Sabrina Toscani, Irene Novello e Silva Bucci, la mia vita ha preso una piega diversa: è iniziata una splendida avventura che continua a sorprendere me e tutte noi con soddisfazioni e incredibili traguardi, l’ultimo dei quali è stato quello di entrare a fare parte dell’ IFPOA – International Federation of Professional Organizing Association.

Le relazioni esterne di APOI

Sentivo il desiderio di dare un supporto concreto all’associazione, volevamo fortemente, io e le fondatrici, divulgare quanto più possibile la professione con l’inconfondibile stile mediterraneo, che ci differenzia da tutte le altre associazioni e quindi mi sono proposta come responsabile delle relazioni esterne. È un dato di fatto, APOI riflette la nostra cultura di origine sia nelle proposte che portiamo avanti, che nella nostra etica: amiamo il nostro paese, consapevoli e responsabili di come il nostro lavoro sia una testimonianza tangibile dell’eccellenza italiana.

Desideravo, io come tutto il consiglio direttivo, che APOI avesse un ampio respiro internazionale, certa che lo scambio con le comunità estere di professional organizer avrebbe dato vita a sinergie positive.

Gli incontri che hanno fatto crescere me e APOI

Il mio primo viaggio all’estero fu a Londra in occasione della conferenza annuale dell’APDO“Organised for life”, era il 27-28 marzo 2014. Grazie ad APOI fui catapultata, dall’oggi al domani, tra le figure più famose del professional organizing: durante la mia prima conferenza internazionale, accanto a me, sedevano professional organizer con esperienza decennale, che avevano coltivato con passione la professione e avevano fatto crescere la conoscenza sui vari aspetti del mestiere. Che occasione meravigliosa!

Conobbi Ingrid Jansen, che fu poi eletta presidente dell’APDO dal 2014 al 2016, oggi una cara amica; Patty Cruz Fouchardall’epoca responsabile delle relazioni esterne, con la quale nacque subito un’intesa e che accettò con entusiasmo di essere nostra ospite, come relatrice, al primo convegno italiano di APOI, tenutosi a Bologna nel maggio 2014. C’erano più di duecentocinquanta persone presenti e APOI aveva una P.O. straniera come ospite, testimone di come la professione all’estero cresceva velocemente!
Oggi la responsabile delle relazioni esterne di APDO è Isabelle Lamy, francese, che conosco dal 2014 e con la quale siamo tutt’ora in contatto.

Alla conferenza APDO, inoltre, erano presenti Karen Kingston, fonte di grande ispirazione e punto di riferimento per tutti i P.O. nel mondo grazie ai suoi libri; Marla Dee, americana, che mi ha fatto capire concretamente cosa significa creare un’attività commerciale e imprenditoriale in questa professione; Sarah Cottman, una donna australiana, che fa scintille da ferma e che ha dato vita nel 2006 ad un’ampia attività commerciale a Sydney, collaborando anche con Peter Walsh; e infine la splendida Hilde VerdijK, olandese, specializzata nel mondo della “disorganizzazione cronica”, un ambito davvero delicato e complesso nel quale lavora anche la nostra Vice presidente Irene Novello.
Sia Hilde che Irene, infatti, sono iscritte e hanno seguito i corsi dell’Institute for Challenging Disorganization, imperativo per chi vuole perseguire questa complessa strada all’interno del mondo del professional organizing.

L’importanza di incontrare P.O. di diverse culture

La Conference APDO del 2014 è stata certamente una vetrina importante per APOI, ma i miei primi contatti con il mondo del professional organizing sono avvenuti quando vivevo a New York, nel 1989. All’epoca studiavo design e non avrei mai pensato che un giorno mi sarei dedicata a questa professione che mi è cosi naturalmente affine. Nel 2013, infatti, una mia compagna di Università, Lisa Viscardi, la quale lavora come P.O a Los Angeles, mi spinse a muovere i primi passi nel mondo del professional organizing ed è grazie a lei se oggi sono una P.O, non posso che ringraziarla!

Ma non è finita qui, nel 2017, ho avuto il piacere di conoscere Dorothy Breininger, che vive e lavora a Los Angeles, certamente una delle P.O. americane più conosciute negli States, autrice di vari libri e ospite regolare di diversi programmi televisivi. Dorothy Breininger è una persona eccezionale, per carisma e carica umana, e sarà nostra ospite in un evento di formazione multimediale per i nostri associati il 23 ottobre 2020.

Infine, citando le P.O. americane con cui APOI mantiene i rapporti, voglio ricordare Lisa Zaslow, che ho conosciuto a Roma e che lavora sia nell’ambito domestico che nel mondo del lavoro.

Ma non ci sono solo i P.O. americani, pochi mesi fa sono stata contattata da una P.O. brasiliana, Ana Paula Andreoni, che presto si trasferirà in Italia e che probabilmente diventerà nostra futura associata. Sono stata molto contenta di conoscerla, è stato un piacevole scambio e ho potuto raccogliere informazioni sulla professione in Brasile, constatando le differenze in relazione all’Italia. Ogni scambio con P.O. di culture diverse è sempre fonte di arricchimento!

Il mio ultimo proficuo incontro è avvenuto poche settimane fa a Londra con l’attuale Presidente dell’APDO UKKatherine Blackler, e, ancora una volta, mi sono trovata davanti una donna di spessore che in soli quattro anni di presidenza ha portato il numero di iscritti da centosessanta a trecentottanta! Ci siamo confrontate su vari piani di sviluppo delle associazioni, con l’intento di trovare dei punti di sinergia che possano essere d’aiuto per la crescita e lo sviluppo delle nostre associazioni.

Il mio ruolo di responsabile delle relazioni esterne di APOI mi ha regalato, in questi anni, la preziosa opportunità di incontrare tante professional organizer, tutte donne davvero interessanti. Ovviamente esistono anche uomini P.O., ma a livello internazionale non ho ancora avuto il piacere di confrontarmi con qualcuno di loro, spero proprio capiti presto.

Una cosa è certa: se c’è una cosa che accomuna la maggior parte dei P.O., al di là delle diverse culture di origine, è la voglia di condividere, l’atteggiamento generoso, la curiosità reciproca e la voglia di fare crescere la professione “all around the world”!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.