Cultura d’origine e organizzazione personale

Sapersi organizzare

Sapersi organizzare, competenza personale e riflesso culturale
La capacità di organizzarsi è una competenza trasversale fondamentale, una caratteristica personale preziosa sia in ambito lavorativo e sociale che nella sfera privata: ci permette di avere uno stile di vita più fluido e meno stressante e, diversamente dalle competenze specifiche di una data professione, è applicabile a compiti e contesti diversi. Su scala più ampia, un buon grado di organizzazione influisce positivamente sulla comunità, condizionando e plasmando la vita delle persone e le loro relazioni.
D’altro canto, la particolare cultura in cui ci formiamo è una fonte importante per apprendere il valore dell’organizzazione, in quanto influenza le abitudini, i gusti, i costumi e, in generale, tutto ciò che contribuisce a creare lo stile di vita.

Marie Kondo e la cultira giapponese
Mai come adesso, dopo il successo della serie da lei condotta su Netflix , si parla della giapponese Marie Kondo e del suo metodo, konmari. Si tratta di un metodo “universale” e applicabile a tutti, indistintamente, che si focalizza sul concetto di riordino e non su quello, assai più ampio, di organizzazione. È un approccio estremamente diverso da quello dei professional organizer italiani, che invece puntano proprio all’organizzazione. Questa ha infatti un valore funzionale, mentre l’ordine è puramente formale. Inoltre, i Po italiani mettono sempre al centro la persona, rispettandone le diverse caratteristiche, abitudini ed esigenze, dando ampio spazio alle emozioni; ascoltano, per poi elaborare strategie e strumenti che aiutino il cliente a migliorare il suo grado di organizzazione e, in definitiva, il suo stile di vita.

Parlando di Marie Kondo, occorre poi considerare che in Giappone la vita si sviluppa molto all’esterno delle case: queste infatti sono molto piccole e non permettono facilmente di ricevere, favorendo la tendenza a incontrarsi in luoghi pubblici. Inoltre gli spazi esterni comuni sono molto curati, vi è un alto senso civico e dunque di rispetto verso l’altro, le città sono pulite e funzionali. Qui possiamo notare una grande differenza con la cultura italiana: da noi mediamente le case sono molto curate e si ricevono volentieri gli ospiti; d’altro canto, spesso siamo meno attenti e rispettosi dei luoghi pubblici (perlomeno in alcune grandi città) e tendiamo a perdere il senso civico, ingrediente importante per sviluppare una buona organizzazione sociale.

Gli Usa e il Professional Organizing
Eppure il paese in cui è nato il professional organizing non è il Giappone: sono gli Stati Uniti, decenni prima del successo planetario di Marie Kondo (negli anni ‘80, per la precisione), e non a caso. Rispetto all’Italia, gli Usa sono un paese “giovane”: meno tradizioni, un diverso senso della famiglia, una forte cultura del cambiamento, una maggiore mobilità (per studio e/o lavoro): un americano medio può fare dai 10 ai 20 traslochi in una vita.

Gli Stati Uniti, inoltre, sono caratterizzati da un forte consumismo, con la sua tendenza a comprare sempre più oggetti, e da spazi abitativi mediamente molto grandi. Ecco perché qui i professional organizer hanno avuto modo, in anticipo sui tempi, di incontrare un mercato pronto ad accogliere una figura che potesse aiutare ad alleggerirsi, ad affrontare i cambiamenti e a utilizzare strumenti e strategie per ottenere uno stile di vita più fluido.

La cultura italiana e l’organizzazione
L’Italia è invece caratterizzata da una storia profonda, da tradizioni, da uno spiccato senso di conservazione. Ma in questo momento di grandi trasformazioni economiche, molti sono costretti ad affrontare dei cambiamenti (mobilità per lavoro, case più piccole, lavorare da casa, alleggerirsi, lasciar andare ricordi tramandati di generazione in generazione, ecc.) e a sviluppare un maggior senso di consapevolezza sia nel privato che nel lavoro. È in atto un cambiamento epocale, in cui i giovani non vogliono più oggetti che appartengono al passato, vogliono viaggiare più leggeri, per affrontare le sfide della vita al passo con i tempi.
Non a caso, è proprio in questa fase che anche in Italia si sta diffondendo il professional organizing e si sta affermando la figura del Po: un consulente di organizzazione personale, un professionista che attraverso la sua esperienza può aiutare a sviluppare le abilità organizzative e a dar vita a una nuova consapevolezza. A dimostrazione di questo fatto, c’è per esempio la rubrica mensile dedicata all’organizzazione personale all’interno della trasmissione Geo (Rai 3), a cui sono felice di partecipare come esperta, che di recente ha affrontato proprio i temi di questo post

Possiamo dire che oggi la figura del Po risponde a un’esigenza di mercato: in America, in Giappone, in Italia o in qualsiasi altro paese, la vita negli ultimi anni è cambiata molto. È in atto una forte velocizzazione, le giornate sono diventate frenetiche, la gestione dei social e il mondo di internet dettano ritmi spesso insostenibili, gli spazi si sono ridotti e la gestione del quotidiano è diventata molto faticosa, e il professional organizer aiuta a migliorare lo stile di vita delle persone, quale che sia la loro cultura di provenienza.

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